Sembrava una felicità di Jenny Offill ovvero un melting pot letterario alla ricerca della felicità
Una volta si pensava che i supereroi fossero solo quelli dei fumetti, del grande schermo o delle serie tv, sempre pronti ad indossare una tutina aderente dai colori più disparati e a farsi ribattezzare con nomi in grado di infondere timore e riverenza.
Ora che però la vita è diventata più impervia e ha assunto altri connotati, la finzione ha lentamente iniziato a perdere per strada buona parte del suo fascino iniziale e cosi i veri eroi sono diventati quelli del quotidiano: che non indossano di certo tutine in latex e che non possiedono superpoteri bensì persone comuni che ogni mattina –spesso dopo una notte puntualmente insonne- mettono un piede fuori dal letto e non sanno cosa diavolo aspettarsi dalla giornata appena sorta oppure quelli che lottano contro i demoni che ospitano in corpo o tutti quelli che in generale lottano con le unghie e con i denti per restare a galla, esattamente come la protagonista dell’ultimo romanzo di Jenny Offill, pubblicato lo scorso anno negli USA e approdato in Italia nel marzo 2015 per inaugurare la neonata NN Editore.
Quello di Jenny Offill è un libro difficile da classificare perché non è prettamente un romanzo né un diario ma semplicemente racconta di una donna e della sua storia ma soprattutto dei suoi turbamenti e delle sue riflessioni, in modo assolutamente originale e impeccabile.
Al centro di Sembrava una felicità –questo il titolo scelto per la traduzione italiana- vi è una donna ansiosa, disordinata e complicata che potrebbe benissimo essere qualsiasi donna –da questo forse la scelta dell’autrice di non menzionarne mai il nome- che sognava di dedicare la sua vita al lavoro e all’arte perché convinta di non avere tempo per l’amore ma che all’improvviso si ritrova moglie di un uomo mite e madre di una figlia in eterna guerra con il mondo intero.
Tre cose che nessuno ha mai detto di me:
Sei molto misteriosa
Rendi tutto così difficile
Sevi prenderti più sul serio
Ben presto si rende conto che il suo rapporto matrimoniale è molto labile e precario perché costruito su strani meccanismi da tenere in equilibrio e da voraci fantasmi da tenere alla larga:
…ogni matrimonio ha i suoi difetti di fabbrica e anche quelli che da fuori sembrano equilibrati, sono tenuti insieme col chewing gum, il fil di ferro e lo spago.
e per questo motivo quando il suo matrimonio fallisce: il sipario si apre per mostrare finalmente l’orlo del precipizio, per cascarci dentro basta un semplice battito di ciglia.
E ora che la donna si sente incompresa e che continua a pensare invece di agire e a ingannare i giorni e le notti mentre finge di lavorare ad un bizzarro e insensato progetto di uno pseudo astronauta, trova inaspettatamente una sorta di appiglio in quella figlia selvaggia e difficile da gestire:
Per lei rinuncerei a tutto, alle ore di solitudine, al libro tanto agognato, al francobollo con la mia immagine. Ma solo se lei acconsentisse a restarsene tranquilla con me fino a quando non compie diciotto anni. Se lei lo facesse, se potessi sempre affondare la faccia tra i suoi capelli, allora si, mi arrenderei.
Starà al lettore capire se la donna riuscirà a trovare o meno quella felicità che da sempre –e dopo un’infanzia difficile- rincorre.
Sembrava una felicità è un libro che pur non avendo apparentemente una trama ben definita, racconta comunque una storia e la condisce con continui flussi di coscienza, pensieri, aneddoti e curiosità di ogni tipo poiché la stessa autrice ha più volte dichiarato di aver scritto questo libro anche attraverso quella che lei stessa definisce la “library roulette”: in mancanza d’ispirazione, correva in biblioteca a sfogliare libri di ogni genere alla ricerca di spunti interessanti ed ecco spiegato il perché in Sembrava una felicità c’è un melting pot letterario davvero ben assortito: citazioni tratte dai classici greci sino agli scrittori contemporanei, passando per i poeti, gli scienziati e gli antichi proverbi orientali.
Jenny Offill con questo suo Sembrava una felicità dimostra come il corpo e il cervello umano emanano continuamente suoni, immagini, rumori e suggestioni quando sono sottoposti a forti emozioni –sia positive che negative- e che a volte per resettare tutto non basta staccare semplicemente la spina ma è necessario mandare in corto circuito l’intero sistema elettrico.
Songbook a cura di NN Editore:
Sembrava una felicità, Jenny Offill, NN Editore, 2015 pp. 168. Traduzione Francesca Novajra.