Il buio oltre la siepe di Harper Lee: un capolavoro dannatamente necessario e attuale
Maycomb è una cittadina situata nel sud dell’Alabama – che pur trattandosi di uno stato povero e a vocazione prevalentemente agricola, custodisce un forte senso di obbedienza cieca alla religione e una scarsa tolleranza verso la diversità – abbastanza pulita e dignitosa e a suo modo singolare poiché tutti gli abitanti sono più o meno legati da vincoli di parentela o da semplice amicizia e cosi come a Maycomb non ci sono stagioni ben definite, non esistono nemmeno segreti fra i suoi abitanti e se per caso, qualcosa sembra turbare o minacciare la quiete cittadina, in un battibaleno è giù a parlarne l’intera cittadinanza.
Ecco perché quando l’avvocato Atticus Finch viene incaricato di difendere Tom Robinson dall’accusa di violenza carnale ai danni della primogenita di Bob Ewell, in città scoppia un vero e proprio putiferio che spacca in due l’opinione pubblica e crea pettegolezzi e vari dissapori.
Apparentemente, non ci sarebbe nulla di male poiché il compito di un avvocato è proprio quello di difendere sempre e comunque una parte, anche se colta in flagrante o assegnatagli d’ufficio o addirittura con possibilità di assoluzione pari allo zero spaccato.
Eppure non è esattamente questo a sconvolgere gli abitanti di Maycomb poiché tecnicamente Tom Robinson non ha commesso nessun reato e non ha infranto nessuna legge, tuttavia il suo caso si dimostra da subito insidioso, pericoloso e complicato semplicemente perché Tom Robinson è un negro e Bob Ewell – padre della presunta ragazza violentata nonché unico denunciante – è un bianco e poco importa se gli Ewell sono dei fuorilegge ignoranti, ottusi e screanzati che vivono da selvaggi, sommersi dalla sporcizia nei pressi di una discarica e solo grazie al sussidio della contea, perché a quanto pare c’è una regola non scritta e totalmente assurda che più o meno vuole che:
…quando contro la parola di un bianco c’è soltanto la quella di un nero, è sempre il bianco che vince. Sarà brutto, ma la vita è fatta così.
E gli abitanti di Maycomb non riescono proprio ad accettare che Atticus Finch – discendente del rispettabilissimo Simon Finch, uomo istruito, profondamente religioso ma molto taccagno che aveva fatto fortuna grazie alle piantagioni di cotone – difenda Tom Robinson, rischiando così di umiliare la sua famiglia, il suo buon nome ma soprattutto mettendo a repentaglio la sua incolumità e quella dei suoi cari.
Ma Atticus Finch oltre ad essere un brillante avvocato, è anche un uomo saggio, equilibrato e molto rispettoso e soprattutto è consapevole del fatto che il “caso Robinson” è realmente insidioso e complesso, eppure decide lo stesso di difendere l’uomo e di dimostrare la sua innocenza in tribunale, sia per salvare Tom Robinson dalla pena di morte, sia per dare il buon esempio ai suoi due figli, dimostrando loro il vero significato di termini come integrità e coraggio.
Avere coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede.
E cosi, mentre dall’Europa giungono le prime sconcertanti notizie inerenti ai folli piani di Hitler nei confronti degli ebrei e nelle campagne dell’Alabama imperversa la povertà che costringe agricoltori e braccianti a file interminabili per accaparrarsi un tozzo di pane, in un’aula gremita del tribunale di Maycomb, ha inizio il complicato processo a carico di Tom Robinson.
…se vi ho esposto a difficoltà, è stato perché non potevo fare diversamente. Questo di Tom Robinson è un caso che tocca direttamente il vivo della coscienza di un uomo. Scout, io non potrei andare in chiesa a pregare Dio se non tentassi di aiutare quell’uomo.
Per Atticus Finch dimostrare l’innocenza di Tom Robinson e risparmiargli la vita e allo stesso tempo palesare tutta la grettitudine e la meschinità di Bob Ewell dinanzi al giudice Taylor, alla corte e ai tanti cittadini di Maycomb accorsi, è davvero un gioco da ragazzi poiché attraverso la sua buona dialettica e la sua estrema obiettività sviscera una tesi effettivamente inoppugnabile ma purtroppo non ancora efficace a sradicare i pregiudizi della gente, e solo per questo motivo che Atticus Finch continua a confidare ciecamente nella legge e nell’importanza dei tribunali.
I nostri tribunali hanno i loro difetti, come ogni istituzione umana, ma nel nostro paese sono grandi strumenti di livellamento sociale. Nei nostri tribunali si attua il principio secondo cui tutti gli uomini furono creati uguali.
Soprattutto perché che in mezzo alla folla, ci sono anche i suoi due adorati figli, Jem e Scout, ai quali Atticus Finch non ha mai nascosto nulla e ha sempre preferito parlar in modo chiaro e deciso, senza mai risparmiar loro il lato più duro e crudo delle cose e della vita stessa.
…quando un bambino ti chiede qualcosa rispondigli a tono. Non seguire vie traverse. I bambini sono bambini, ma si accorgono prima degli adulti se si dà una risposta evasiva, e l’ambiguità confonde loro le idee ancora di più.
Ed è proprio ai suoi due figli che Atticus Finch – attraverso il suo lavoro, la sua onestà e la sua incorruttibilità ma soprattutto attraverso la vicenda di Tom Robinson – insegna a non serbare rancore, a giustificare gli uomini imparando anche ad indossare i loro panni se necessario ma soprattutto ad avere la coscienza pulita e a dare ascolto all’opinione altrui anche quando questa non collima con la propria e rischia di mettere a repentaglio la vita e l’incolumità propria e dei propri cari.
Non riuscirai mai a cambiare le persone limitandoti a parlare bene, bisogna che siano loro a desiderare di imparare; se non lo desiderano, non puoi fare niente: non ti resta che tenere la bocca chiusa o parlare come loro.
La possibilità di assoluzione definitiva per Tom Robinson è rara ma non impossibile ed è proprio per questo motivo che Atticus Finch non demorde e continua a convincere se stesso, i suoi figli e il suo assistito.
Peccato però che a volte la paura prende il sopravvento sulla speranza e gioca brutti tiri al destino, specie a quello di Tom Robinson.
È proprio la piccola e selvaggia Scout Finch – la secondogenita di casa – con il suo temperamento vivace ed impulsivo, i suoi modi poco femminili e il suo abbigliamento poco avvezzo ad una signorina perbene, la voce narrante ed impertinente di questo capolavoro di Harper Lee, scritto nel lontano 1960 ma ancora dannatamente attuale per via degli argomenti trattati e purtroppo mai del tutto ancora risolti.
La segregazione razziale e la vicenda controversa di Tom Robinson sono infatti solo alcuni fra gli argomenti trattati e demonizzati ne Il buio oltre la siepe che si premura di puntare il dito contro il razzismo, la discriminazione – ad esempio quella nei confronti di Boo Radley, un vicino di casa Finch solitario e introverso che Jem, Scout e l’impertinente Dill (basato sulla figura di Truman Capote, reale amico d’infanzia di Harper Lee) si divertono a stuzzicare per interesse e curiosità ma che successivamente salverà la vita ai giovani Finch – l’arroganza, l’omertà, la meschinità e contro tutti quei termini coniati per classificare, per ferire e per offendere l’altro.
Il buio oltre la siepe è un libro che investe letteralmente il lettore poiché è praticamente impossibile rimanere indifferenti dinanzi alla curiosità, alla vivacità e allo spirito genuino e ribelle della piccola Scout che tempesta di domande Atticus Finch e più in generale il mondo degli adulti, per ottenere risposte e per suscitare reazioni. Allo stesso tempo però, questo di Harper Lee è un libro sofferto e doloroso poiché dimostra come e quanto l’uomo è capace di commettere atti vili e spudorati in nome dell’odio cieco e di pregiudizi tanto stupidi quanto radicati.
E se pensiamo che dopo oltre cinquant’anni dalla sua pubblicazione, non ci sia più bisogno di un libro come Il buio oltre la siepe – poiché quello razziale è un problema ormai superato – basta guardarsi un po’ intorno e dare uno sguardo al linguaggio usato e alle informazioni che circolano sui mass media e sui social, per capire che purtroppo in questo drammatico problema razziale ci siamo ancora dentro, fino al collo.
Quanto tempo servirà ancora per far capire a queste persone che non esistono differenze fra gli uomini perché non ci sono poveri o ricchi; bianchi, neri o gialli; etero, gay, lesbiche o transessuali; atei, cattolici o mussulmani (e l’elenco può continuare all’infinito!) perché siamo tutti solo e soltanto esseri umani e basta?
Soundtrack:
Il buio oltre la siepe, Harper Lee, Feltrinelli 2014, pp.290. Traduzione di Amalia D’Agostino Shanzer.
L’ho letto tipo un millennio fa e non lo ricordavo minimamente… Dal tuo racconto mi sono tornate in mente le italianissime atmosfere dei romanzi di Ignazio Silone 🙂
E io invece credo di non aver mai letto nulla di Ignazio Silone, magari se scavo a fondo nella memoria, potrei ritrovare qualche vaga e lontana reminiscenza scolastica… 🙂