Richard Yates #5 – Bugiardi e innamorati (1981)
Richard Yates è quasi certamente uno dei migliori scrittori di racconti in assoluto e preferisco non tener conto di quei fuochi fatui e di quelle sterili polemiche – ma soprattutto di quei personaggi – che ancora tentano di collocare i racconti sotto un diverso piano di importanza rispetto ai romanzi. Trovo infatti che sia piuttosto ridicolo, fare ancora delle distinzioni in tal senso ma siamo in Italia e qui da noi, tutto è ancora possibile.
I racconti di Richard Yates sono speciali e unici nel loro genere, poiché narrano quasi esclusivamente storie fatte di fallimenti, di ambizioni mancate, di frustrazioni e di illusioni e i personaggi che popolano i racconti di Richard Yates, quasi mai, escono vittoriosi dai conflitti con se stessi, con i lori demoni o con le loro ambizioni ma soprattutto con la vita stessa e Bugiardi e innamorati è una raccolta perfetta considerando questo punto di vista, dal momento che tutte le sette storie narrate hanno in qualche modo a che fare con le ambizioni fallite, i sogni infranti e con uno strano e costante desiderio di cambiamento che muove e anima i personaggi, quasi sempre dediti all’alcolismo e all’autodistruzione.
I protagonisti dei sette racconti contenuti in Bugiardi e innamorati sono quasi sempre ingabbiati in un legame – sentimentale, familiare, sociale o professionale – che è pronto a crollare da un momento all’altro ed è proprio a causa di questo senso effimero, volubile e preannunciato, che desiderano con grave urgenza tutto ciò che non hanno o più semplicemente non si sentono capaci di gestire al meglio determinate situazioni.
E tutto questo, lo sanno bene e con certezza quasi matematica, la scultrice consumata che cerca fama e gloria scolpendo la testa del presidente appena eletto Franklin D. Roosevelt oppure lo scrittore – ossessionato dalla figura di Francis S. Fitzgerald – che si trasferisce per un periodo a Hollywood e inizia a condurre una vita dissoluta fra bohémien, alcool e autocommiserazione:
«Oddio, gli scrittori», esclamò Oppenheimer con voce esasperata. «Non capisco cosa diavolo vi passa per la testa a voialtri. Perché non potete semplicemente andare a scopare come fanno tutti?»
o la classica figlia intelligente e perfetta che per ribellarsi alla famiglia, sposa un uomo molto più grande della sua età per poi scoprirsene non più innamorata, nell’esatto momento in cui all’esterno impazza il nascente movimento hippie:
«Non c’è un perchè», rispose lei. «Non si smette di amare per un motivo, così come non si ama per un motivo. Non lo capiscono quasi tutte le persone intelligenti, questo?»
o addirittura le due amiche divorziate – e con figli a carico – che decidono di affittare una casa insieme, con la prospettiva di dividere le spese ma che all’improvviso si ritrovano a condurre una convivenza forzata e infelice:
…ogni tanto ci sono dei momenti nei quali bisogna pagarsi una via d’uscita, che uno se lo possa permettere o no.
Nessuno dei protagonisti dei racconti di Richard Yates conclude qualcosa di sensato o è in grado di dare una svolta definitiva alla propria esistenza, nonostante tutti loro lottino per qualcuno o per qualcosa.
Ironico, vero, che le cose non sembrassero mai andare completamente per il verso giusto.
La scrittura di Richard Yates – nonostante provochi smarrimento e solitudine – è necessaria poiché permette di guardarsi dentro, esattamente come si farebbe dinanzi ad uno specchio, dal momento che ognuno di noi ha una demolizione o una distruzione in corso o ancora da elaborare, o più semplicemente possiede una crepa interiore nella quale si annida il marcio e la polvere che congela i sensi e impedisce di rivolgere lo sguardo altrove.
Tutte quelle chiacchiere sulla vita che va in pezzi appena ti trasferisci fuori città? Io non ci credo. Se la tua vita è pronta ad andare in pezzi, andrà in pezzi dovunque.
Non dimentichiamoci inoltre che tutti i protagonisti dei racconti di Richard Yates sono persone che galleggiano esattamente come dopo un naufragio, nel quale i più capaci tentano di restare a galla e di aggrapparsi a qualsiasi cosa mentre tutti gli altri si lasciando tristemente affogare.
Queste sono le regole del mare.
Queste sono le regole della vita.
Queste sono le regole della letteratura di Richard Yates.
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