Benedizione di Kent Haruf: benvenuti nella comunità di Holt

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benedizione-kent-haruf-librofiliaBenedizione è una di quelle letture che rimandavo da ormai troppo tempo, un po’ per colpa dell’infinita pila di libri da leggere ancora arroccata sul mio comodino e un po’ perché non riuscivo mai a trovare il momento adatto per leggere questo determinato libro, ecco perché ho letto Benedizione solo ora e dopo più di un anno dalla sua pubblicazione in Italia per i tipi di NN Editore e in tutto questo lasso di tempo, devo ammettere che non ho mai letto una recensione o un parere negativo su questo libro, al contrario, ho visto solo apprezzamenti, recensioni esaltanti e pareri positivi che hanno costruito intorno a Benedizione e più nello specifico intorno alla prosa di Kent Haruf, una sorta di alone di puro e sincero rispetto e di assoluta sacralità.

Ecco perché forse, più mi addentravo nella lettura di Benedizione e più continuavo a chiedermi con una sorta di ansia e di apprensione per la paura di lasciarmi sfuggire qualcosa, dove si fosse nascosta tutta la bellezza, la maestosità e la grandezza assoluta di questo libro o in quale preciso punto mi si sarebbe materializzata dinanzi agli occhi, dal momento che ciò che stavo leggendo era una storia assolutamente semplice e comune.

Kent Haruf
Kent Haruf

Poi però, all’improvviso, ho provato a leggere Kent Haruf senza il cipiglio da investigatore e l’ho invece sostituito con una forma di pacata rilassatezza e con spirito di pura e semplice osservazione e solo allora sono riuscita ad entrare, seppur in punta di piedi, nella comunità immaginaria di Holt e ho capito che la chiave di lettura di Benedizione è proprio la sua semplicità assoluta, quasi poetica e a suo modo sacra.

Kent Haruf attraverso Benedizione, racconta infatti uno spaccato qualunque della cittadina di Holt, in cui la figura del reverendo Lyle viene messa in discussione per via di un sermone troppo imbarazzante; Berta May ha portato a vivere con sé la piccola nipote Alice, rimasta orfana dopo la morte della madre e le Johnson – madre e figlia – dopo molti anni, sono invece tornate a vivere sotto lo stesso tetto dopo la fine di una relazione amorosa fallimentare nella quale si era gettata a capofitto proprio la figlia e dove Dad Lewis sta vivendo gli ultimi giorni di vita, amorevolmente accudito da sua moglie Mary e dalla loro figlia Lorraine e dal momento che i vari protagonisti, seppur molto diversi fra loro, sono comunque accomunati da un rapporto di amicizia, di rispetto e di reciproca frequentazione, è normale che osservando la condizione di salute di Dad Lewis, rimettano in discussione il proprio passato, poiché ognuno di loro ha qualcosa da dimenticare e cerca come può, di non soccombere e di non farsi schiacciare dai rimpianti o dalla vergogna.

Se ne stava seduto nella veranda davanti a casa, sorseggiando la birra e stringendo la mano della moglie. Il fatto era che stava morendo. E’ di questo che parlavano. Prima della fine dell’estate sarebbe morto. Entro l’inizio di settembre quel che restava di lui sarebbe stato ricoperto di terra nel cimitero tre miglia a ovest della città. Qualcuno avrebbe scolpito il suo nome su una pietra tombale e sarebbe stato come se lui non fosse mai esistito.



Dad Lewis è stato infatti un po’ l’emblema dell’intera comunità di Holt poiché la sua correttezza, il suo senso del dovere e la sua integrità lo hanno reso quasi un modello da seguire, eppure Dad Lewis nasconde nel suo passato due grandi dolori che continuano a tormentarlo anche in questa fase terminale della sua vita: suo figlio Frank e l’ex commesso della sua ferramenta che rappresentano per lui, due vecchi fantasmi che bussano alla sua porta, entrano nella sua stanza per disporsi poi in modo ordinato e composto al suo capezzale e infine finiscono per rimettere in discussione la sua stessa vita.

Un sacco di volte le benedizioni non sono andate per il verso giusto.



Benedizione è un libro con una trama semplice e lineare eppure risulta difficile recepire tutto ciò che Kent Haruf cerca di portare a galla poiché a volte l’amore è capace di imbrogliare o di superare i sensi di colpa, la sofferenza e persino la consapevolezza di dover perdere chi si ama. E in fondo, cosa c’è di più bello e di più forte dell’amore ma attenzione, qui non parliamo solo e di certo di amore in senso stretto e tra uomo e donna, bensì di amore in senso più ampio possibile poiché Benedizione e più in generale la prosa di Kent Haruf è un qualcosa che si ama, che si fa amare e che fa innamorare.


Songtrack:








Benedizione, Kent Haruf, NN Editore, 2015 pp. 277. Traduzione Fabio Cremonesi.

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2 Replies to “Benedizione di Kent Haruf: benvenuti nella comunità di Holt”

    1. Anche io ho letto entrambi e credo che “Canto della pianura” facesse la sua bella differenza – pur essendo due splendidi e meravigliosi romanzi – attualmente aspetto invece la consegna di “Crepuscolo” e ti dico che non vedo l’ora di leggerlo! 😉

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