Full of life di John Fante: come diventare genitori senza soccombere
Qualche giorno fa, mentre ero in stazione ad attendere uno dei tanti treni, mi è capitato di rincontrare dei vecchi amici che non vedevo da tempo, probabilmente dai tempi delle scuole o comunque, da quando più o meno indossavamo abiti diversi da quelli di oggi, sfoggiavamo pettinature astruse e avevamo ancora la testa tra le nuvole e infestata dai sogni.
Mi ha fatto piacere scoprirli con la fede splendente nell’anulare sinistro, di quelle loro mani belle e curate che si cercavano a vicenda e si stingevano forti.
Sul momento la cosa, mi ha un tantino destabilizzata perché mi sono sentita improvvisamente più vecchia ma meno saggia perché in fondo, siamo coetanei e apparteniamo tutti e tre ad una generazione che forse dalla sua parte, ha visto più fallimenti che successi eppure, loro erano comunque lì, chiusi nella loro bolla fatta di sapone e dopo essersi giurati amore eterno, senza preoccuparsi di come sarebbe andata l’economia mondiale o di quale ennesima catastrofe si sarebbe manifestata dal giorno del loro si, in poi.
E come se non bastasse, quella ragazza graziosa dal fisico asciutto e minuto, mi ha confessato di essere da qualche mese in attesa e se non fosse stata lei a dirmelo, giuro che non avrei notato nulla di strano perché la sua pancia era soda e piatta, come sempre.
Ecco che, dopo quella timida confessione, sono finalmente riuscita a comprendere il senso di quella luce morbida e avvolgente sui loro volti e passato l’iniziale lampo di gioia, ho notato nel loro sguardo la classica paura e quel senso di inadeguatezza, tipico di chi si appresta a diventare genitore per la prima volta.
Ovviamente, mi sono congratulata con loro e gli ho fatto i miei più sinceri auguri e mentre li salutavo, pronta a salire su quel treno che altrimenti mi avrebbe lasciata immobile sul binario, ho voltato loro le spalle e ho iniziato ad accarezzare l’idea che la prossima volta che li avrei rivisti, non sarebbero stati più in due bensì in tre. O forse di più, chissà.
Subito dopo, mentre il treno ripartiva, mi è venuto in mente John Fante e il suo Full of life.
Caspita, avrei voluto tanto: tornare indietro, entrare nella libreria della stazione ferroviaria e regalar loro una copia di quel libro.
Si esatto, perché Full of life è quel romanzo breve ed esaltante che narra le vicissitudini di una coppia di sposi alle prese con la nascita del loro primogenito e della solitudine che paradossalmente investe i due coniugi in un momento così bello e contemporaneamente delicatissimo, il tutto ovviamente, ben condito da una buona dose di pura ironia e di assoluta comicità, insomma quel mix perfetto fra umorismo e sentimentalismo, che ha reso grande e celebre la scrittura di John Fante.
Full of life è un romanzo dannatamente autobiografico, a tal punto che John Fante non si è nemmeno preoccupato di modificarne i nomi o gli aspetti caratteriali, visto che il protagonista è infatti un uomo insicuro, spaventato e pieno di ansie, che preferirebbe fuggire lontano da casa piuttosto che fare il padre, per il semplice fatto che pensa di non essere ancora pronto a ricoprire quel ruolo contraddistinto principalmente da tribolazioni e da preoccupazioni mentre sua moglie è invece concentrata solo su se stessa e sul suo pancione enorme che continua a crescere a dismisura, mentre alterna le sue giornata fra la lettura d’importanti trattati di pedagogia e di teologia, con la pulizia maniacale della loro splendida casa, anche a costo di mettere a repentaglio la sua salute e quella del nascituro.
In Full of life, i due futuri genitori dormono persino in stanze separate e mentre tra loro non c’è la benché minima ombra di contatto, il pavimento della loro casa entra viene invaso dalle termiti e inizia a crollare sotto i loro piedi, creando pericolose voragini e precarie condizioni, sia alla loro casa e sia alla loro armonia matrimoniale.
E i risvolti che prenderà questo piccolo inconveniente tecnico alla loro abitazione, sono davvero bizzarri e innumerevoli, soprattutto perché all’improvviso entrerà in scena un uomo lunatico e capriccioso, tanto innamorato del vino quanto del suo lavoro di muratore, che di nome fa Nick Fante e credo, non serva aggiungere altro.
Full of life è forse uno dei libro più onesti e più sinceri di John Fante poiché qui dentro, c’è il suo lavoro di scrittore, la sua vita, la sua famiglia, il suo mestiere di scrittore ma soprattutto la sua vera essenza.
E forse, è proprio questa sua onestà letteraria, sommata alla sua vena comico-umoristica e dannatamente reale e a tratti spietata nei confronti della vita, ad aver fatto di John Fante uno scrittore tanto amato quanto controverso.
Full of life, John Fante, Einaudi, 2009 pp.177. Traduzione Alessandra Osti.
Grazie veramente bella la storia e arricchente questo commento…