Roberto Saviano e La paranza dei bambini, che purtroppo non convince
Roberto Saviano, il noto giornalista napoletano e autore del celeberrimo Gomorra, è ormai da tempo, al centro di critiche e di elogi e più in generale, è motivo di polemiche o della nascita di veri e propri contrasti ferrati poiché da quando è diventato il paladino italiano dell’antimafia, viene ormai ospitato a tutti i programmi televisivi per dare la propria opinione su tutto ciò che accade in Italia e nel resto del mondo. E tutto questo a molti non piace, me compresa.
Diciamo che in generale, odio la retorica così come odio le minestre riscaldate e ho sempre avuto la netta sensazione che l’onniscenza e l’onnipresenza, non avrebbero affatto giovato alla figura di Roberto Saviano anzi c’era il rischio concreto che avrebbero minato buona parte di quello smalto e di quella bella ventata, fatta da carisma e da credibilità, che ha sempre tenuto spiegate le sue vele.
Lungi da me il voler buttare fango sulla figura di Roberto Saviano anche perché sembra proprio che in Italia, chi è contro di lui è rispettivamente: un terrorista, un criminale o un mafioso ma c’è ormai da tempo, qualcosa che sento stridere dentro di me quando si parla di Roberto Saviano, colpa forse della sua ossessione nel ripetere sempre le stesse cose o dell’avere sempre la risposta pronta per tutto o addirittura, colpa forse del suo vizietto di farci effettivamente notare quanto può essere repellente l’essere umano e di conseguenza la società intera?
Tutto questo non è però bastato a distogliermi dall’idea di voler leggere il suo ultimo libro – pubblicato lo scorso novembre da Feltrinelli – che vede per la prima volta, Roberto Saviano indossare i panni dello scrittore di romanzi.
Ero infatti piuttosto curiosa di scoprire come Roberto Saviano se la fosse cavata con il suo primo romanzo – dopo aver scritto numerosi saggi, raccolte di articoli giornalistici e reportage e soprattutto, dopo aver raggiunto con Gomorra, un successo difficilmente riproponibile – e la mia personale opinione, purtroppo non è del tutto positiva.
Nel complesso, La paranza dei bambini, è un libro discreto e sicuramente scritto più che bene, che narra le vicende di un gruppo di ragazzini del quartiere Forcella – situato nel centro storico di Napoli – e soprattutto, della loro attitudine alla criminalità e della loro ascesa al potere, poiché nonostante la giovanissima età, hanno sete di rispetto, di soldi, di successo e di donne e lo vogliono subito.
Questi ragazzini, cresciuti in strada e educati dalla strada stessa e dalle sue regole, si sentono grandi e forti e non temono nessuno, dal momento che trattano con i boss storici, assistono ai crimini, maneggiano droga e armi come se fossero giocattoli e soprattutto, guadagnano in un solo giorno ciò che i loro padri guadagnerebbero in un mese, se solo ci fosse il lavoro a Napoli.
Ora, partiamo dal presupposto che Napoli è una delle città più belle del mondo e allo stesso tempo, è una delle più problematiche, non credo proprio che Roberto Saviano, con un libro come La paranza dei bambini, voglia infangare Napoli e i suoi abitanti, semmai è solo il suo personalissimo modo di raccontare uno spaccato della la città e i relativi fatti poiché quella narrata ne La paranza dei bambini è una realtà tristemente vera e credo che questo, nessuno lo possa effettivamente negare.
Eppure ci sono diversi elementi nel libro che non mi hanno del tutto convinta, come ad esempio:
- Infarcisce il romanzo di personaggi, probabilmente per dargli una sorta di ampio respiro che forse altrimenti vacillerebbe;
- Crea intrecci che spesso appesantiscono la narrazione soprattutto quando scava nei fatti del passato;
- Ritmo della narrazione troppo serrato poiché i fatti avvengono troppo velocemente e spesso si fatica a stargli dietro;
- Unilaterale poiché nel romanzo non sembra esserci minimamente traccia delle famiglie, della scuola o meglio ancora della giustizia;
- Strano che la stessa criminalità organizzata non crei ostacoli all’ascesa di potere di questo gruppo di sbarbatelli;
- Sembra scritto con una sorta di taglio cinematografico, infatti credo proprio che, prima o poi, diventerà un film o uno sceneggiato;
- Scritto bene ma purtroppo alcune parti sono davvero noiose e non all’altezza della penna di Roberto Saviano, poiché nel complesso risulta piuttosto anonimo e potrebbe essere benissimo un libro stato scritto da chiunque;
- Non mi è piaciuto molto il finale e soprattutto non ho apprezzato quella sorta di richiamo religioso.
Detto questo, sottolineo che Roberto Saviano scrive comunque bene ma purtroppo, a questo romanzo, non ha aggiunto nient’altro e di conseguenza, La paranza dei bambini, dice davvero ben poco a chi già conosce storie simili e meccanismi del genere, magari all’estero potrebbe avere decisamente più seguito e più appeal.
Credo eh, poi non è detto che funzioni per forza!
La paranza dei bambini, Roberto Saviano, Feltrinelli, 2016 pp.347.