Sette giorni in Grecia: un graphic novel per raccontarne le mille bellezze
Vi è mai capitato di voler leggere un libro in un preciso momento oppure in un determinato luogo? A me, personalmente, capita di rado perché non amo programmare con largo anticipo le mie letture bensì mi lascio guidare dalla voglia e dall’istinto ma non appena ho ricevuto Sette giorni in Grecia. Quando e come ho scoperto di amare la mia terra d’origine di Emanuele Apostolidis e Isacco Saccoman, ho avvertito la necessità di posticipare la sua lettura – nonostante fremessi dalla voglia e dalla curiosità – e di riservarmelo per il mese di settembre ovvero per quel preciso periodo dell’anno nel quale mollo tutto e vado ufficialmente in vacanza.
La Grecia, come al solito, era una delle mete più gettonate per le mie vacanze ma il caso a voluto che, almeno per quest’anno, in terra ellenica trascorressi giusto una manciata di ore ma che avessi sempre dinanzi agli occhi una delle sue innumerevoli isole, se solo puntavo lo sguardo verso l’orizzonte. E già, perché in alcuni punti precisi l’Albania e la Grecia distano solo un paio di chilometri e fa davvero impressione notare quanto siano vicinissime tra loro: basta infatti avvicinare e poi schiudere leggermente pollice ed indice di una mano per avere idea della loro non lontananza.
La Grecia in un graphic novel
Ecco perché leggere Sette giorni in Grecia. Quando e come ho scoperto di amare la mia terra d’origine è stata un’esperienza molto più intensa e coinvolgente, dal momento che mentre mi perdevo in questo graphic novel tra le tavole di Isacco Saccoman e i testi di Emanuele Apostolidis, avevo dinanzi a me un pezzettino di tutto quello che questi due giovani artisti tentano di imprimere sulle pagine di questo loro libro.
Dentro Sette giorni in Grecia. Quando e come ho scoperto di amare la mia terra d’origine oltre alla bellezza e alle contraddizioni tipiche della Grecia e del suo popolo, troviamo infatti la storia di un nipote che si ritrova a dover accompagnare la nonna a Creta – sua isola d’origine e nella quale non torna da ben dieci anni – per risolvere un piccolo contrattempo burocratico e che una volta giunto a destinazione, viene prima circondato dai parenti e poi si ritrova improvvisamente catapultato nella loro epopea familiare, arrivando finalmente a dare un senso a moltissime cose.
Lentamente viene infatti fuori una storia che, seppur apparentemente comune ed ordinaria, si mescola a quella di un’intera nazione e quello che fuoriesce è uno spaccato che seppur costellato di difficoltà e intriso di nostalgia e di sofferenza, non intende piegarsi a nessun burocrate e a nessuna politica bensì preferisce lottare ricorrendo al suo proverbiale umorismo e sottolineando le sue innumerevoli bellezze, ampiamente citate nei diari di viaggio che compongono Sette giorni in Grecia. Quando e come ho scoperto di amare la mia terra d’origine.
Sette giorni in Grecia. Quando e come ho scoperto di amare la mia terra d’origine di Emanuele Apostolidis e Isacco Saccoman oltre a presentare diversi interessanti itinerari di viaggio, grazie ai diari presenti all’interno del libro, è un’opera che non dovrebbe mai mancare nella libreria di chi è appassionato di Grecia oppure di chi n’è semplicemente incuriosito ma soprattutto è particolarmente indicata per chi l’ha già visitata o per chi si appresta a farlo.
La Grecia è infatti quella nazione che una volta raggiunta e visitata, è capace di conquistare l’anima e il cuore lasciandovi un segno indelebile. O almeno, durante tutti i miei viaggi in Grecia, per me è stato realmente così.
Sette giorni in Grecia. Quando e come ho scoperto di amare la mia terra d’origine, Emanuele Apostolidis & Isacco Saccoman, Becco Giallo, 2017 pp.191.