La prima non-fiction di Amy Fusselman ne Il medico della nave / 8
Ci sono libri che, secondo me, non devono essere necessariamente smembrati e analizzati sotto la lente d’ingrandimento bensì devono essere letti e soppesati esattamente per quello che sono e per il messaggio che cercano di trasmettere e molto probabilmente, Il medico della nave / 8 di Amy Fusselman è tra questi.
Leggendo infatti Il medico della nave / 8 non si avverte quasi mai il pieno controllo della situazione, al contrario, ci si sente come a bordo di una scialuppa di salvataggio che cerca di portare in salvo, a tutti i costi, un solo corpo: quello di Amy Fusselman.
Il medico della nave / 8 di Amy Fusselman
Il medico della nave / 8 è infatti la prima pubblicazione di non-fiction targata Black Coffee Edizioni e all’interno del libro, si respira incessantemente una sorta di mix esplosivo fra tensione e leggerezza, che ci portano ad entrare subito in empatia con l’autrice e contemporaneamente ad avvertire una sorta di sordo timore nei confronti dei ricordi dolorosi che riporta a galla e che sviscera nelle pagine di queste sue due opere d’esordio, uscite a sei anni di distanza l’una dall’altra e successivamente raccolte in un unico volume.
Se ne Il medico della nave – il primo scritto che compone l’opera – Amy Fusselman parte dalla perdita di suo padre per raccontare il suo desiderio di diventare madre e i suoi mille tentativi per riuscire ad esserlo realmente – intrecciando i suoi ricordi personali a quelli rinvenuti in un diario che suo padre teneva quando era appunto un medico su una nave ai tempi della Seconda Guerra Mondiale – restituendo così, al lettore, un quadro tanto dolce quanto doloroso proprio per via del dolore incolmabile causato dalla recente scomparsa del suo adorato padre.
Prima che mio padre morisse, consideravo il mondo un luogo. Con luogo intendo uno spazio. Fisso. Lo spazio non si muove, sono le persone a spostarsi al suo interno. Le persone e lo spazio possono toccarsi, ma solo superficialmente.
Alla sua morte ho capito che persone e spazio sono compenetrabili, a differenza delle persone tra loro. Ho capito che lo spazio è come l’acqua. Le persone possono entrarci.
In 8, invece, le parole di Amy Fusselman assumono tutt’altra piega e – partendo proprio da alcuni episodi di violenza sessuale realmente capitati alla stessa autrice quando era ancora una bambina – confluiscono verso temi ben più importanti, complessi, apparentemente astratti e soggetti a numerose diverse interpretazioni, come ad esempio: lo scorrere del tempo, la presenza di energia all’interno dello spazio, l’importanza delle azioni e delle relative reazioni e più in generale, la concezione stessa del mondo intero.
Siamo più figli del tempo che della nostra stessa madre.
In ogni caso, non spaventatevi e lasciatevi guidare dalle parole di Amy Fusselman, che è molto abile a dosare gli argomenti, a calibrare le parole e a rendere universalmente fruibili alcuni concetti.
Amy Fusselman e le cicatrici
E leggendo Il medico della nave / 8, ci si rende effettivamente conto di come sia tutto basato e alimentato dalle cicatrici che ognuno di noi – chi più e chi meno – porta dentro e di quanto esse siano influenti e propedeutiche alla nostra personale crescita ma soprattutto di quanto sia difficile ma non impossibile, provare a rimettere in ordine le cose, senza farsi spezzare e abbattere dal dolore.
Amy Fusselman, nonostante tutto, ci prova a modo suo e spesso ricorrendo a metodi apparentemente insoliti ma capaci di infondergli la giusta dose di incoscienza ma soprattutto di speranza per andare avanti e trovare il coraggio di raccontare la sua storia.
Quando ti accade qualcosa, te lo porti appresso. E questi qualcosa che ti porti appresso hanno un potere. Funzionano come calamite, solo che invece di attirare gli opposti, attirano i loro simili.
Eh già, perché forse Amy Fusselman, proprio attraverso le parole e i ricordi riportati a galla in questo suo strampalato e bizzarro libro, cerca di infondere proprio quella dose di amore e di speranza, che dovrebbero essere in grado di contrastare e neutralizzare qualsiasi evento traumatico, o almeno provarci.
Il medico della nave / 8, Amy Fusselman, Black Coffee Edizioni, 2017 pp.205. Traduzione Leonardo Taiuti.