Writing Retreat: finalmente anche l’Italia avrà il suo primo ritiro letterario
Si terrà dal 24 aprile al 1 maggio, presso l’Ostello Bello di Torre del Colle, borgo situato su una meravigliosa e verde collina umbra circondata da vitigni, fiori selvatici e una natura accogliente, la prima edizione di Book@ Writing Retreat.
Il ritiro letterario organizzato da Book@ literary agency è il primo riservato agli aspiranti autori italiani e, sul modello vincente di format americani e francesi, ha l’obiettivo di offrire una settimana di comfort
creativo ideale per focalizzarsi sulla scrittura, ricevere consigli, generare nuove idee e acquisire le tecniche necessarie per confezionare un’opera che possa raggiungere i lettori.
Si tratta di un’occasione unica per stare a stretto contatto, per un’intera settimana, con editor e agenti,
acquisire una disciplina e un bagaglio di risorse utili alla scrittura e affinare la comprensione dei meccanismi che muovono l’industria editoriale.
Ho fatto quattro chiacchiere con Alessandra Mele di Book@ literary agency e ideatrice del progetto, sono certa che, dopo aver letto l’intervista, vorrete avere subito un manoscritto nel cassetto e prenotare il ritiro, scommettiamo?
Come nasce l’idea del Writing Retreat?
Organizzare un Writing Retreat, in Italia e per autori italiani,è stato il mio sogno per anni. L’idea mi è venuta, come quasi sempre accade, osservando quello che succedeva all’estero: per americani, inglesi e francesi, infatti, un’esperienza di questo tipo già da anni è diventata un tassello fondamentale nel percorso formativo di un autore. L’Italia è la patria di luoghi incantevoli, di pace e tranquillità,perfetti per conciliare la creatività e infatti, per goderne, gli stranieri sono disposti ad attraversare l’Oceano. Alcuni retreat stranieri infatti vengono organizzati qui da noi. E allora mi sono chiesta: perché non possiamo offrire questa opportunità anche agli autori italiani che in mezzo a tanta bellezza ci vivono? Così ho cominciato a fantasticare su quale fosse il posto adatto…fino a che non ho visto il borgo di Torre del Colle, quasi interamente occupato dall’ostello diffuso di Ostello Bello Bevagna. E’ stata letteralmente una folgorazione.
A chi è rivolto principalmente il progetto Writing Retreat?
Book@ writing retreat è rivolto a tutti coloro che hanno un progetto in cantiere o anche solo un’idea a cui si vuole dare corpo, chi non ha le conoscenze” giuste, e a tutti quelli che si sentono spaesati quando si devono rivolgere, per proporre i loro manoscritti, a un editore o a un agente o più semplicemente a una redazione editoriale. Sono ammessi scrittori di tutti i livelli e generi letterari. Frequentando Book@ writing retreat possono trovare risposte, magari nuove ispirazioni, e certamente un’indicazione concreta per la costruzione della loro identità di scrittori.
Quali sono gli obiettivi di questo primo WritingRetreat?
Con questa prima edizione di Book@ writing retreat vogliamo innanzitutto offrire anche ad autori e aspiranti scrittori italiani l’opportunità di potersi concedere uno spazio fisico e temporale per dedicarsi interamente alla propria creatività. Oggi riuscire a staccarsi dalla frenesia degli impegni quotidiani e ritagliarsi un momento per sé e il proprio IO creativo è sempre più difficile, sapere di poter garantire questa opportunità oltre che la possibilità di uno scambio continuo durante la settimana di residenza con chi condivide la stessa passione per la scrittura e gli stessi bisogni è la soddisfazione più grande.
Cosa ti aspetti da questo primo Writing Retreat?
Un sacco di libri! A parte gli scherzi, non voglio parlare di aspettative piuttosto di un augurio: che tutti gli autori che parteciperanno, usciranno da Book@ Writing Retreat con un bagaglio più pesante fatto di storie, esperienze, idee, contatti, amicizie, racconti, e pagine e pagine di lavoro che altrimenti ci avrebbero messo tempo a realizzare!
E per quanto mi riguarda, la possibilità di instaurare un nuovo rapporto con chi scrive, più intimo e condiviso, che mi consenta di avvalermi di maggiori strumenti per indirizzare le persone nel loro percorso editoriale e magari, sarebbe bellissimo, scoprire scritture diverse e nuovi modi di approcciare le storie.
Che cosa ti senti di dire agli aspiranti partecipanti?
Di lasciare a casa ogni perplessità e di portare al retreat tanta passione, la giusta concentrazione e, soprattutto, tutti i dubbi che hanno sui loro progetti: condividerli in residenza sarà il modo migliore per affrontarli e risolverli.
Dico questo perché credo che nel calderone delle tantissime proposte editoriali da cui editori e agenzie sono letteralmente travolti – e a volte scappano impauriti -, si possano invece trovare testi di valore se solo si trovasse il tempo per un lavoro dedicato alla loro trasformazione da prodotto grezzo in materia raffinata. La quantità di testi scartati perché non ancora “pronti per essere pubblicati”, ma potenzialmente di grande valore a fronte di un lavoro ad hoc, è sorprendentemente più alta di quanto si possa pensare.
Come vedi oggi il panorama editoriale italiano: che futuro ha e come dovrebbe evolversi per restare vivo?
La ricerca editoriale, lo scouting, e la costruzione degli autori restano le parti centrali del mio lavoro e quelle su cui, per me, bisogna continuare a investire. Perché il triste trend della diminuzione costante dei lettori in Italia si inverta, infatti, credo sia fondamentale tornare a offrir loro prodotti che siano di reale interesse e che interpretino in tutto e per tutto la funzione che il fruitore si aspetta dal libro: raccontare storie. Sembra banale, me ne rendo conto, ma a ben vedere non lo è. Se si leggono sempre meno libri forse la colpa non è solo di chi non li compra ma, in qualche misura, forse non così minima, anche di chi li produce.
Oggi chi è preposto a fare questo lavoro, nella esasperata tendenza a esternalizzare sempre di più i costi e dunque i rischi, di fatto delega anche molte competenze, come quelle deputate alla vera ricerca di contenuti, sganciata quindi da logiche di convenienza più o meno immediata e volta piuttosto a valorizzare la centralità di ciò che i progetti rappresenteranno una volta costruiti. Ecco, la vera sfida oggi è non giocare al ribasso, non farsi tentare da prodotti di cui il mercato è già saturo in forme, i social, che hanno un successo non replicabile nel formato libro. E’ inutile a mio parere concorrere con prodotti che sono nati per essere consumati su canali differenti. Bisogna invece continuare a cercare e saper individuare le storie che vale ancora la pena raccontare e, anche quando non sono ancora sbocciate, credere nelle intuizioni e, a volte, avere anche il coraggio e la spregiudicatezza di sperimentare.
Trovate, inoltre, tutte le informazioni su book@ writing retreat a questo link:bookat.it/writing-retreat/ e sulla settimana in oggetto a questo:bookat.it/spring-retreat/
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