L’appartamento di Mario Capello ovvero quando il passato è in cerca di una dimora
Penso che al proprio passato non si possa sfuggire, nemmeno se si è veloci come Usain Bolt poiché il passato è l’unica certezza e l’unico fardello al quale saremo per sempre condannati, in modo più o meno evidente.
Eh già perché il passato a volte, è come un cucciolo di felino che ti dorme acciambellato addosso in un letto un po’ troppo stretto: faresti di tutto pur di non svegliarlo perché non puoi mai conoscere preventivamente la sua reazione.
E tutto questo deve saperlo bene anche Angelo –il protagonista de L’appartamento, il secondo romanzo dello scrittore piemontese Mario Capello, pubblicato poche settimane fa da Tunué– che vive la sua esistenza con un senso perenne di nostalgia verso il passato e allo stesso tempo con un desiderio di lasciarsi tutto alle spalle, per provare a guardare finalmente avanti.
…non ci si lascia alle spalle una pelle morta senza qualche patimento.
Eppure Angelo che di cambiamenti nella sua vita ne ha già affrontati molti visto che si è lasciato alle spalle un matrimonio ed è costretto a vivere lontano dal suo adorato figlioletto –e per questo motivo ogni sera, compie lunghe passeggiate fino a casa della sua ex famiglia semplicemente per spiarli dalla finestra e per rubar loro piccoli sprazzi di calore- ma soprattutto ha abbandonato il suo lavoro editoriale freelance per vendere appartamenti; eppure stavolta è come se Angelo non riuscisse ad abituarsi alle novità e ai cambiamenti.
Spesso, quello che ricordiamo è curiosamente molto diverso da ciò che ricordano gli altri. Soprattutto quando si parla di matrimoni perduti.
E quando Angelo si ritrova a mostrare l’ennesimo appartamento ad un signore dall’aria distinta quanto misteriosa e taciturna all’improvviso fra i due scatta un’immediata simpatia che ben presto diventerà un qualcosa di molto più simile ad un’amicizia timida e riguardosa.
Angelo infatti vede nel signor Ferrero –questo è il nome del tizio alla ricerca di un appartamento da donare a suo figlio come regalo di nozze- qualcosa che lo affascina e che allo stesso tempo lo tiene a debita distanza eppure l’uomo con pazienza e caparbietà, riuscirà a guadagnarsi la fiducia e l’amicizia di Angelo che dinanzi alla richiesta improvvisa di leggere un manoscritto inedito sottopostogli proprio da Ferrero, si sentirà dapprima ingannato e successivamente risucchiato da un vortice che lo porterà dritto dritto nel passato di quell’uomo dai modi affabili e gentili: un passato torbido e ingombrante che pesa sia sulla coscienza di Ferrero sia sull’intera Storia italiana.
Degli amici non amiamo solo il presente, vogliamo amare anche ciò che sono stati.
Questa è in assoluto la prima volta che mi ritrovo a leggere un libro pubblicato da Tunué e penso che come inizio non potevo chiedere davvero di meglio perché ho apprezzato molto la scrittura di Mario Capello: limpida, clinica e molto descrittiva.
Mario Capello nel suo L’appartamento accenna ad un episodio storico di cui ancora oggi –a distanza di decenni- si parla davvero troppo poco soprattutto perché molti episodi e molte verità restano ancora ben coperte dal cosidetto “segreto di Stato” o da oscuri e misteriosi depistaggi e manipolazioni, dimostrando cosi che ogni epoca ha sempre avuto la propria disinformacija, compresa quella che stiamo attualmente vivendo, basta infatti pensare agli interi eserciti di colletti bianchi che popolano la società o ai tanto temuti foreign fighters.
Unica pecca ne L’appartamento –sempre se tale si può definire- è dettata dalla brevità del libro –poco meno di cento pagine- che si divora in poche ore e che fa sorgere riflessioni e interrogativi e che termina proprio mentre la storia sta per decollare, rimanendo cosi in una sorta di “stadio embrionale” che non mi ha permesso di scendere in profondità ma prometto che d’ora in poi recuperò le precedenti pubblicazioni targate Tunué e terrò d’occhio quelle future.
Brano suggerito:
https://www.youtube.com/watch?v=eUKz2fvb6jY
L’appartamento, Mario Capello, Tunué, 2015 pp.95.