Io leggo e tu? L’ennesima campagna (epic fail) di promozione della lettura
L’Italia è quel paese dove ancora si rende necessario fare delle campagne di promozione e di invito alla lettura, quasi come fosse un vero e proprio antidoto da iniettare, senza porsi dubbi o scrupoli, per contrastare i continui dati negativi e i cali fisiologici che puntualmente si evincono da articoli e da statistiche di settore.
Peccato che, sempre più spesso, i dati e le statistiche hanno poco – o niente – a che fare con la realtà, dal momento che non sempre viene individuato il giusto target a cui rivolgersi per estrapolare questi dati e non sempre si tiene conto di alcuni fattori che finiscono per influenzare negativamente le statistiche e per dare una visuale totalmente distorta e difforme. Insomma, inutile sottolineare e puntare il dito contro il Sud che non legge, se prima non si è tenuto conto che stiamo parlando di un territorio ormai quasi prevalentemente abitato da anziani – dal momento che i giovani sono buona parte emigrati per motivi di studio o di lavoro – e spesso molte località – ad esempio, la mia – sono totalmente sfornite di librerie e di biblioteche ed è quindi impossibile che si verifichino eventi culturali legati ai libri, come ad esempio: gruppi di lettura, presentazioni letterarie, fiere di settore, spettacoli letterari, incontri con autori e tanto altro.
Fortunatamente, per quello che mi riguarda, esiste il web che mi permette di ordinare i libri che voglio effettivamente leggere e che mi permette di stare in contatto con l’intero panorama editoriale italiano ma per chi, al contrario, non ha accesso a queste risorse deve forse accontentarsi di guardare in tv i volti noti di Mediaset?
Insomma, gli stessi volti Mediaset che da qualche giorno a questa parte sono al centro di una campagna di promozione della lettura, ideata per promuovere i libri e la lettura sulle proprie reti tv, sulle emittenti radio e sui siti online. Ben diciannove volti noti della principale emittente televisiva privata italiana, impegnati a spiegare al pubblico da casa, i motivi per cui amano leggere i libri e concludendo ogni video con lo slogan della campagna nazionale ovvero “Io leggo e tu?”.
Inutile dire che sui social, nel giro di una manciata di ore, si è immediatamente scatenata l’ilarità e la polemica da parte del popolo dei lettori, vedendo Barbara D’Urso – nella sua solita posa plastica e circondata da quell’aureola di luce abbagliante che la rende quasi magica e mistica – ma soprattutto ascoltando il suo messaggio di presunta lettrice “da camerino” tra una diretta e l’altra. Ovviamente, a suo dire!
Il tone of voice errato dei protagonisti
Ora, il mio problema non è di certo Barbara D’Urso o il resto dei personaggi Mediaset perché il mio intento non è quello di fomentare alcun tipo di odio nei loro riguardi o di bullizzare la loro, vera o presunta, passione verso i libri e lettura. Piuttosto si tratta, ancora una volta, di dover assistere al lancio di un messaggio totalmente errato, che viene strutturato e veicolato in modo totalmente sbagliato, soprattutto perché fatto da testimonial vip – e quindi lontani anni luce dalle persone normali – che con i libri e con la cultura non hanno davvero niente a che fare, semmai il contrario se prendiamo, ad esempio, in considerazione il tone of voice e il pubblico medio dei programmi televisivi della “Barbarella nazionale”.
Quindi, ancora una volta, queste campagne di promozione, di invito e di diffusione della lettura si rivelano totalmente fallimentari soprattutto perché hanno movimentato così tanti soldi che se fossero stati impiegati in modo diverso e più mirato, si sarebbero rivelate meno infruttuose. Davvero vogliamo credere che c’è gente che si sente rappresentata e successivamente invogliata a leggere da personaggi come Barbara D’Urso, Belen Rodriguez o Ilary Blasi?
Per carità, sottolineo ancora una volta che non ho nulla contro di loro e contro il loro mondo bensì avverto una sorta di fastidioso prurito verso chi organizza queste campagne pubblicitarie che finiscono per fare acqua da tutte le parti. Il problema è che non avere buoni remi in barca o peggio, le spalle forti per remare equivale a lasciarsi sospingere dalla corrente e ritrovarsi, come al solito, in alto mare e in balia dei soliti pescecani.