Negli anni di Mokum: Patrizia Filia racconta la sua vita tra danza e arte
Negli anni di Mokum è un’opera capace di creare interesse e di coinvolgere il lettore, soprattutto se appassionato o se vicino all’ambiente artistico qui rappresentato attraverso la danza, il teatro e la musica ma si dimostra anche come una buona e valida testimonianza per tutti gli expat in Europa.
L’ opera presenta infatti un’ambientazione piuttosto insolita, originale e capace di suscitare curiosità ed interesse soprattutto per via delle numerose contraddizioni che caratterizzano il territorio olandese e il suo popolo.
Negli anni di Mokum: che cos’é?
Trattandosi di un memoir, nel quale Patrizia Filia ripercorre e imprime sulla carta i propri ricordi reali, i numerosi successi professionali, le innumerevoli amicizie strette – che spesso diventano anche dei veri e propri sodalizi artistici, che finiscono per aggiungere valore alla sua vita e alla sua carriera artistica – e li mescola alle sue personali emozioni e considerazioni, senza però disdegnare di tracciare una sorta di profilo sul contesto storico, politico e sociale dell’epoca o del passato – non a caso, il nazismo e la deportazione degli ebrei ritornano di sovente nei suoi scritti e fanno quasi da spettro all’intera narrazione – divenendo così una vera e propria testimonianza storica e di valore poiché vissuta e raccontata in prima persona, da un occhio lucido, attento e apparentemente anacronistico.
Negli anni di Mokum è, infatti, un libro molto personale e pieno di personalità, nel quale fuoriesce tutto lo spirito sognante, ironico e in perenne moto della sua autrice, che è molto coerente con la sua vita artistica, con le sue personali inclinazioni e con il vissuto personale di Patrizia Filia.
Negli anni di Mokum: danza, arte e melting pot
Da sottolineare: l’importanza del melting pot culturale ed artistico che si crea attorno all’autrice e che sicuramente influisce, notevolmente e positivamente, sui suoi lavori artistici; il fermento artistico dell’epoca; i numerosi viaggi compiuti sia per lavoro ma anche per svago che alimentano la sua curiosità e la sua sete di conoscenza; la presenza di numerosi libri e letture citate che allargano la visuale e che spesso vengono citati anche nell’opera; gli incontri fatti con svariati artisti ma soprattutto il coraggio dimostrato mediante un trasferimento tanto lontano da casa e dai propri affetti e la voglia di sperimentare e di mettersi continuamente in gioco.
Negli anni di Mokum di Patrizia Filia non è un’ opera che non pretende di veicolare particolari messaggi o significati poiché si limita a raccontare e a raccogliere la propria testimonianza di vita ma sicuramente è un libro che è intriso di libertà – alcune ambientazioni e situazioni mi hanno ricordato una sorta di Beat Generation in chiave europea – e che invoglia ad inseguire la propria strada e i propri sogni.
Di certo assimilare tutte le pagine del libro potrebbe risultare un po’ faticoso, tedioso e di difficile comprensione, sia perché non si conosce direttamente l’artista, il suo percorso artistico e il periodo storico narrato e sia perché gli scritti non seguono direttamente un ordine cronologico bensì vengono riportati attraverso un flusso di coscienza del tutto personale e privo di schemi.
Negli anni di Mokum: autobiografia o memoir?
Scardinare la verità oggettiva e usare la propria memoria emotiva permette di muoversi avanti e indietro nel proprio tempo interiore, per creare legami e associazioni spontanee che ricostruiscono gli eventi non nella loro esattezza storica, ma per ciò che essi hanno invece significato e cercano, in ogni modo, di giungere intatte sino al lettore.
Se è vero, infatti, che l’autobiografia è legata alla verità, il memoir è invece legato all’autenticità e Patrizia Filia, attraverso il suo Negli anni di Mokum, funge da voce vera, sincera e autentica nel panorama artistico europeo.
Negli anni di Mokum, Patrizia Filia, de LuiaardVrouwe, 2017 pp. 293.