Restiamo così quando ve ne andate: il nuovo e bellissimo libro di Cristò
Ci sono libri che, inspiegabilmente, appaiono nel momento esatto in cui abbiamo necessariamente bisogno proprio di quella determinata storia.
Non saprei dire se c’è qualcosa di mistico o di paranormale che guida questi libri verso il nostro indirizzo, o più semplicemente e razionalmente, potrei dire che è tutta colpa dello stato d’animo di un determinato momento che ci permette di essere più o meno ricettivi e sensibili nei confronti di quello che leggiamo e che, allo stesso tempo, ci permette di cogliere segni ovunque poiché siamo pieni di dubbi, di incertezze e di insicurezze e allora cerchiamo dappertutto delle risposte. Soprattutto nei libri.
Restiamo così quando ve ne andate di Cristo: sarà certamente tra i migliori libri del 2018
Mi sono effettivamente sentita così appena ho iniziato a leggere Restiamo così quando ve ne andate, l’ultimo romanzo di Cristò, appena pubblicato dalla rinnovata TerraRossa Edizioni e già pronto, secondo me, a diventare uno dei migliori libri del 2018.
Parlare di Restiamo così quando ve ne andate e più in generale parlare della scrittura di Cristò non è affatto semplice perché si tratta di un romanzo talmente denso e concentrato, che la sola cosa che può fare il lettore è mettersi buono buono in poltrona, incollarsi il libro tra le dita, ridurre al minimo i rumori in sottofondo e lasciarsi avvolgere dalla prosa di Cristò.
Restiamo così quando ve ne andate, racconta infatti la storia di Francesco, un quarantenne che svolge un lavoro noioso e mortificante in uno squallido supermercato e che per colpa del suo carattere e della sua insicurezza, ha sacrificato il suo sogno di diventare compositore, ha distrutto il rapporto con la sua famiglia – specialmente con suo padre – e ha intrecciato due strane relazioni sentimentali con due donne diverse.
Francesco da sempre, ha infatti preferito subire la vita e i suoi eventi piuttosto che affrontarla a denti stretti e quindi scegliendo, valutando, sbagliando e ripartendo da capo, esattamente come farebbe un normale individuo.
Forse è proprio questo il problema: poter essere tutto e non essere quasi niente, è questo che mi sfinisce anche mentre dormo, che mi fa svegliare più stanco di quando ho chiuso gli occhi.
All’improvviso però, per Francesco, le cose cambiano e un evento tragico e irreversibile sembra smuovere qualcosa nella sua anima e nella sua vita, rimescolando le carte in tavola e proiettandolo verso una nuova dimensione dentro la quale può finalmente provare a riprendersi in mano la sua vita, stavolta dandosi un tempo e una scadenza ben precisi.
La tristezza genera immagini mentali del passato e le modifica per autoalimentarsi: migliora i ricordi belli, peggiora quelli brutti. L’ansia fa come l’hashish: collega immagini e crea significato, modifica la durata del tempo, ti fa rimbombare le parole nella testa. Ma l’hashish è più delicato, più controllabile. L’ansia è violenta, maleducata, estrema; non fa venire fame, però t’infila uno spillo tra il petto e la scapola per farti credere che stai avendo un infarto. L’hashish non si permetterebbe mai di farlo.
La scrittura di Cristò: un linguaggio gerazionale e una mappatura dei tempi moderni
Restiamo così quando ve ne andate di Cristò è un romanzo sull’inadeguatezza, sulla difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo e di occuparlo concretamente ma è anche un libro sulle aspirazioni che diventano fardelli e sogni infranti, sui fallimenti che generano frustrazione, sulla paura del fallimento ma soprattutto sulla mancanza di coraggio nel prendere in mano la propria vita ma, allo stesso tempo, è anche una critica velata ai social network e alla deriva che sono capaci di infliggere all’individuo e alla società.
Cristò con Restiamo così quando ve ne andate ha dato vita ad uno splendido romanzo, capace di sorprendere e di causare emozioni contrastanti nel lettore soprattutto perché descrive situazioni che sono, ormai, all’ordine del giorno e attraverso le quali è semplicissimo trovare un punto di connessione con il protagonista.
Quello che però sorprende e stupisce maggiormente in Restiamo così quando ve ne andate è la suddivisione della storia in quattro tempi diversi ma soprattutto il punto di vista, totalmente inedito e insolito, utilizzato da Cristò per raccontare questa sua storia, che se da un lato fa provare rabbia e ostilità nei confronti di Francesco, della sua flemma e del suo modo di gestire e vivere la sua vita, dall’altro canto, invece, fa provare affetto e complicità verso questo ragazzone che sembra così incompreso e impaurito e alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non si è sentito come Francesco.
Restiamo così quando ve ne andate, Cristò, TerraRossa Edizioni, 2017 pp. 234.