Squali al tempo dei salvatori: l’esordio hawaiano di Kawai Strong Washburn
Squali al tempo dei salvatori è il romanzo d’esordio dello scrittore hawaiano Kawai Strong Washburn, pubblicato in italiano da E/O Edizioni, con una di quelle copertine che restano certamente impresse nella mente del lettore.
Ho letto il libro appena uscito, l’ho lasciato decantare qualche giorno prima di scriverne qualcosa ma sinceramente ancora non saprei dire se mi è piaciuto completamente o meno. Certo, so benissimo che non è sempre necessario avere delle posizioni nette sui libri che leggiamo e probabilmente anche il fatto di essere ambientato in un luogo così remoto, quasi di confine e sommato al trattare una tematica non completamente accessibile agli umani, non fa altro che alimentare quel senso di sospensione dopo la fine della lettura.
Quello di Kawai Strong Washburn è sicuramente un libro scritto davvero bene, curato nei minimi particolari e con un buon ritmo e di cui ho apprezzato particolarmente il fatto di essere ambientato in un’isola (che di per sé è già un microcosmo!) e più precisamente nelle Hawaii, luogo del quale solitamente si scrive e si conosce poco o niente. Inoltre, mi è piaciuto il fatto che l’acqua fosse un po’ un elemento centrale in tutto il libro, intesa sia come simbolo vitale e come sorta di liquido amniotico che mantiene in vita e protegge i protagonisti e in particolare Nainoa, il personaggio centrale e assoluto di Squali al tempo dei salvatori.
Del libro di Kawai Strong Washburn ho apprezzato anche l’accenno alla “gentrificazione” di quei paradisi terrestri da parte dei bianchi e dei loro soldi, pur non suonando come una vera e propria accusa polemica ma più che altro come invito ad una presa di coscienza.
Fondamentalmente Squali al tempo dei salvatori è un romanzo corale nel quale viene raccontata la storia di Nainoa – un bambino considerato prodigioso sin dal momento del suo concepimento – e della sua famiglia, alla ricerca di redenzione e di salvezza e nella quale la madre è sì il collante della storia ma il padre rappresenta, invece, la vera chiave di svolta.
Ogni pagina del libro di Kawai Strong Washburn è pervasa da un’aura mistica, spirituale e sciamanica, che tiene ben incollati alla pagina, dal momento che ti aspetti la catastrofe o la rivelazione da un momento all’altro.
Inoltre, volendo tracciare dei parallelismi con questa lettura, mi ha fatto pensare al Bruce Chatwin de “Le vie dei canti”, alla Jesmyn Ward della Trilogia di Bois Sauvage (in particolare quella di “Canta, spirito, canta”), a Junot Diaz e a Tommy Orange.
Le somme che ho tirato alla fine della lettura di Squali al tempo dei salvatori sono riassumibili nel fatto che il nostro presente, passato e futuro non sono necessariamente legati al volere di qualcuno/qualcosa ma siamo noi, con le nostre scelte ed azioni, ad influenzare il nostro percorso, quindi potenzialmente sono “salvatori” tutti quelli che si arrabattano ogni giorno per sopravvivere, il che potrebbe suonare banale, abusato, poco divinatorio e molto più vicino ad uno slogan da messa domenicale.
Squali al tempo dei salvatori, Kawai Strong Washburn, edizioni e/o, 2021 pp. 373. Traduzione di Martina Testa.