The Free: il nuovo libro di Willy Vlautin tra guerra in Iraq e voglia di riscatto
Ci sono autori e autrici la cui scrittura fa irrimediabilmente bene all’anima, a prescindere dalla storia narrata, infatti, basta iniziare a leggere i loro libri per avvertire immediatamente una sensazione di calore proprio al centro del petto.
Questo, più o meno, è quello che mi capita tutte le volte che inizio a leggere un libro di Willy Vlautin che ho scoperto solo la scorsa estate, grazie al prezioso lavoro svolto da Jimenez Edizioni, e del quale ho cercato di recuperare tutto quello che è stato tradotto e pubblicato sinora in Italia, eccetto Motel life che sembra praticamente introvabile e che mi auguro venga presto ripubblicato.
Quando Jimenez Edizioni ha annunciato, verso la fine dell’estate, la pubblicazione di un nuovo libro di Willy Vlautin ho fatto letteralmente i salti di gioia perché potevo finalmente ritornare nell’immaginario tipico delle storie di Willy Vlautin, fatto da periferie, motel e fast food ma soprattutto perché potevo rituffarmi in quelle storie popolate da persone emarginate, rifiutate e che lottano quotidianamente per trovare il proprio posto nel mondo.
The Free racconta, infatti, la storia di Leroy Kervin, un giovane soldato che, dopo essere stato ferito in Iraq, è costretto a vivere in una casa famiglia per disabili poiché non tornerà più il giovane allegro, spensierato, pieno di vitalità e di sogni che era poco prima di arruolarsi nell’esercito.
La sua storia però si intreccia con quella di Pauline Hawkins, la giovane infermiera notturna che lavora presso l’ospedale nel quale Leroy Kervin viene ricoverato in seguito al suo tentativo di farla finita e a quella di Freddie McCall, il custode della casa famiglia, costretto invece a fare due lavori per provare a saldare gli innumerevoli debiti accumulati e per superare la lontananza dalle due amate figlie che la sua ex moglie ha portato con sé a Las Vegas.
Ognuno dei personaggi tratteggiati da Willy Vlautin possiede una propria storia che finisce inevitabilmente per sfiorarsi e intrecciarsi con quella dell’altro, pur non avendo mai un vero e proprio punto focale d’intersezione e dando al lettore la sensazione di rimanere un po’ sospese e incompiute.
Avrei, infatti, voluto sapere qualcosa in più sulle vite dei personaggi secondari soprattutto di quella di Pauline Hawkins e allo stesso tempo, ho fatto un po’ fatica con le parti che raccontano di Leroy che, immobilizzato a letto e incapace di parlare, ricorre alla sua coscienza o meglio alla fantascienza per raccontare della sua scelta di arruolarsi nell’esercito, del suo incontro con l’amata Jeanette e di quello che inevitabilmente deve accadere.
Sicuramente The Free è un libro scritto molto bene e che scorre veloce ma dal quale confesso che mi aspettavo qualcosa di più, dopo aver letto e apprezzato molto Io sarò qualcuno, soprattutto per il fatto che attraverso questo libro Willy Vlautin coglie l’occasione per lanciare un’accusa all’America che ha dichiarato guerra all’Iraq e che non si è fatta alcun problema nel sacrificare un numero consistente di suo figli, in nome di qualcosa troppo difficile da definire.
The Free, Willy Vlautin, Jimenez Edizioni, 2019 pp. 251. Traduzione Gianluca Testani.