Jazmina Barrera e la sua Linea nigra: come raccontare una gravidanza
Da qualche anno a questa parte, stiamo assistendo alla pubblicazione quasi esponenziale di titoli che trattano il tema della gravidanza e della maternità, declinato ad ogni sua eccezione e scritti sia da chi la vede come un’esperienza necessaria e quasi salvifica ma anche da chi, invece, la demonizza.
Quello che importa, in questo momento, non è dare una definizione assoluta e universale alla condizione ma è necessario più che altro fare, parlare, scriverne e soprattutto assecondare e rispettare il proprio sentire e il proprio volere. Ecco perché ho apprezzato questo libro di Jazmina Barrera, che racconta in maniera lucida e onesta, la sua personale esperienza di donna in gravidanza prima e di madre scrittrice dopo.
E se pensiamo che nasciamo da un atto violento, capace di instillarci per sempre il seme della paura originaria visto che veniamo letteralmente strappati dal grembo materno, nel quale sguazziamo liberi e felici, per venire catapultati in un ambiente nuovo e sconosciuto, nel quale sperimentiamo il desiderio originario ovvero sopravvivere.
Non mi era mai venuto in mente di pensare al parto come al momento di una partenza: quando qualcuno parte, via da te. Il momento di una partenza e il momento di una spartizione. Il momento di spartirsi in due.
pp. 25
E così, se analizziamo tutto questo in tale ottica, anche solo per un momento, automaticamente viene demolito qualsiasi aspetto poetico della gravidanza, del parto e della maternità e rimane la realtà ovvero che non c’è alcuna poesia ma solo un repentino cambio di condizioni fisiche, emotive e sociali, che scardina qualsiasi piano o aspirazione fissati in precedenza.
In una di queste notti insonni mi viene in mente che la gravidanza ti capita, come i sogni.
pp. 53
Sono certa che qui potrebbe aprirsi una falla infinita tra persone favorevoli e contrarie ma poiché non si parla di semplice tifo da stadio ma di vita vera, è giusto raccontare sempre la verità e le cose esattamente per quelle che sono e Jazmina Barrera, grazie alla sua scrittura e al suo piglio letterario molto simile ad un patchwork letterario, ci riesce davvero alla grande.
L’idea alla base di Linea nigra, infatti, era quella di scrivere un saggio sulla gravidanza ma ben presto, diventa una sorta di diario e di racconto a più voci, che riporta nozioni e frammenti di altre opere, esattamente come Jazmina Barrera aveva già fatto in Quaderno dei fari un libro che avevo particolarmente apprezzato.
La gravidanza è una trasformazione nel tempo, è un conto alla rovescia, e in questo, che lo voglia o no, c’è una trama, c’è un racconto.
pp. 41
E così addentrandoci nelle pagine scopriamo tutti i timori, le paure e i turbamenti che hanno caratterizzato l’esperienza e la gravidanza di Jazmina Barrera, compreso il non sapere di essere più sola e la relativa sensazione di gioia, di sgomento e di terrore e la consapevolezza di scoprire, giorno dopo giorno, che dentro di te, vive un’altra persona che ti dipende interamente e soprattutto l’insorgere del dilemma più grande per una che fa il suo lavoro: riuscirà a scrivere dopo la nascita del bambino?
Ho pensato: tutto quello che scriverò in questi mesi, tutto quello che farò, ma soprattutto quello che scriverò, lo scriveremo tutti e due insieme. Insieme come non si può essere più insieme: l’uno al centro dell’altra.
pp. 19
Jazmina Barrera ci conduce per mano in una spirale fatta da emozioni contrastanti, all’interno di quel delicato passaggio che va dall’essere figlia a diventare madre e ci racconta delle numerose trasformazioni che avvengono nel corpo, nello spirito e anche nella mente.
Il passaggio dall’essere figlia all’essere madre si manifesta così, come una lenta cancellatura.
pp. 34
Tutto questo, però, lo fa includendo all’interno della narrazione due elementi particolari che aiutano a rendere ancora più impervia la condizione di donna in gravidanza e di neomamma: la malattia di sua madre e le continue scosse di terremoto che si registrano nel suo paese, il Messico.
Linea nigra è chiaramente un libro fortemente autobiografico e molto diverso da Quaderno dei fari, a partire dall’argomento trattato ma la penna di questa scrittrice messicana mi piace davvero molto e scrive esattamente come vorrei scrivere io se facessi il suo stesso mestiere ma soprattutto, mi ha ricordato una cosa: quando si parla di gravidanza, di parto, di maternità, di figli e di vita vera qualsiasi parola è sopravvalutata.
Linea nigra, Jazmina Barrera, La nuova frontiera, 2022 pp. 161. Traduzione Federica Niola.